Hit the Lights apre l'album con una vera e propria tempesta sonora sconnessa (all'apparenza): batteria e distorsioni si fondo insieme in un ritmo serratissimo, poi il feedback, il riff, l'urlo, la velocità. In sostanza questo è Kill'em All, per buona parte. Il brano non viene cantato, viene urlato, biascicato, alla migliore maniera hardcore punk (con il quale il thrash condivide scelte stilistiche). Nonostante la grezzezza estrema del suono la band si lascia andare anche ad ottimi assoli di pentatonica, figli dello speed metal più oltranzista.
Neanche il tempo di respirare che The Four Horsemen parte con quattro accordi serratissimi. Una chitarra molto ritmata accompagna il brano che forse autocelebra i Metallica (che per l'appunto in futuro saranno chiamati "The Four Horsemen" dai fans), con un Hetfield che invoca ad uno ad uno i nomi dei cavalieri dell'Apocalisse. Brano scritto in gran parte da Mustaine (che uscì dal gruppo prima della registrazione per formare i Megadeth) che lo registra sotto il nome di "The Mechanix", i componenti rimasti decidono di tenerselo allungandolo un po' e aggiungendoci una parte melodica e lenta all'interno, senza tuttavia perdere il suono thrash e anzi dimostrando un'ottima perizia compositiva nel gestire i cambi di tempo.
Motorbreath si apre con un giro di percussioni e subito dopo un riff grattatissimo che riprende il tema centrale della canzone, sia musicalmente che concettualmente:
Motorbreath
Its how I live my life
I can't take it any other way
Motorbreath
The sign of living fast
It is going to take
Your breath away
Its how I live my life
I can't take it any other way
Motorbreath
The sign of living fast
It is going to take
Your breath away
Dedicata ai Motorhead (grandi ispiratori del sound del gruppo e di vari gruppi thrash) è la canzone più corta del gruppo (3.08), molto probabilmente la più serrata e veloce. Potenza incendiaria senza compromessi, questo è il thrash metal, questi sono i Metallica.
Jump in the Fire inizia con un giro di chitarra molto rockeggiato (forse per questo rilasciata come singolo dal gruppo/produttori) parla del declino dell'animo umano mentre precipita verso l'inferno (appunto un salto nel fuoco). Dopo circa due minuti di thrash metal si apre un intermezzo molto ritmato e stoppato, quasi come gli AC/DC un po' velocizzati. Un buon pezzo, forse il meno riuscito del disco, offuscato parecchio dalla fama del brano successivo.
(Anesthesia) Pulling Teeth è un assolo di basso interamente composto da Cliff Burton, ideato ed affinato parecchio prima di entrare nei Metallica (Hetfield e Ulrich ammettono che quando stavano cercando un nuovo bassista rimasero senza parole nel vedere una tale melodia suonata da un basso). La prima parte è lenta, psichedelica, si presta a soluzioni musicali non proprio ortodosse, invoca quasi il rock anni '60 e '70. Più o meno a metà pezzo ecco la batteria (che funge solo da accompagnamento, la star è Cliff qua) e il pezzo si velocizza, diviene thrashy, tecnico, cristallino quasi in alcuni punti, si consacra come simbolo di una generazione di bassisti metal che suoneranno questo strumento anche solo per provare ad emulare questo pezzo.
Whiplash è, come dice il titolo, una frustata: si apre con violentissimi riff stoppati direttamente nelle tue orecchie, si calma leggermente con una batteria molto cadenzata, accompagnata da una chitarra elettrica nel vero senso della parola, per poi ri-esplodere nella solita, veloce furia thrash. Il ritornello è come mai qua urlato, la canzone quasi si deve fermare per contenere l'urlo di Hetfield: WHIPLASH!
Anche qui tuttavia c'è anche spazio per dei cambi di tempo (che rimane tuttavia veloce) prima di anticipare uno degli assoli più melodici e al contempo veloci di Hammett (composti tuttavia dall'"esiliato" Mustaine).
Una distorsione eterea apre Phantom Lord, poi un riff cadenzatissimo, quasi una marcia metal, anticipa le ennesime sfuriate chitarriste, inframmezzate da alcuni accordi riconducibili al vecchio heavy britannico. Il ritornello quasi viene soverchiato dalla potenza delle chitarre, quasi come un live, sembra di sentire un eco, gli stessi assoli pieni di chorus danno al pezzo un'aria molto da concerto. Poi, nella seconda metà del pezzo, la sorpresa: la melodia, gli arpeggi, quasi di Maiden-iana scuola. Durano poco, abbastanza tuttavia per rimanere nella mente dell'ascoltatore, quasi come un riposo tra le varie sfuriate thrash.
No Remorse si apre quasi col groove, riff che potrebbe benissimo stare dieci anni dopo in una canzone dei Pantera, accompagnato all'inizio dal classico assolo pesante e acuto. Poi il cambio di tempo, sapientemente aperto dall'urlo di Hetfield, per pochi secondi, prima del ritornello, forse quello più "cantato" di tutti i brani. Metà brano, altro cambio di tempo, aperto da una batteria picchiata selvaggiamente, quasi un bombardamento a tappeto. Assolo. Ennesimo cambio di tempo. Di nuovo il tema centrale. Hetfield urla (ATTACK!!) e si torna al riff iniziale. Di sicuro il brano più tecnico dell'album, forse a pari merito con The Four Horsemen.
Seek and Destroy si apre come si deve aprire un classico di un gruppo: riff tagliente, senza accordi, in alcuni punti quasi arpeggiato violentemente, deve stamparsi nella tua testa perché, dopo 25 anni, sarai ancora lì a cantarlo mentre la tua band preferita celebra la sua memoria. Il pezzo è più lento del classico tempo thrash, prende molto in prestito dall'heavy. Il ritornello è un inno, invocato quasi:
Searching
Seek and Destroy
Seek and Destroy
Dopo due ritornelli eccolo, il cambio di tempo, la batteria invoca un pogo da un pubblico che sembra presente nella tua camera, Hammett (Mustaine) ne approfitta per spararci un assolo, ripreso 25 anni più tardi in un'altra canzone di un altro album (anche questo volto a celebrare le origini dei Metallica - ma non divaghiamo).
L'ennesimo inno, pardon ritornello, chiuso in una risata sarcastica, apre le battute conclusive della canzone, la quale sembra non volersi concludere, quasi come una jam tra amici si abbandona a vari riff, per poi finire con la melodia centrale in MI della canzone.
Siamo alle battute conclusive e Metal Milita sembra partire senza benzina, per poi sparare violentemente le ultime cartucce rimaste al gruppo. Gli stessi giri di chitarra sono pennati con una violenza inaudita, esplosiva, quasi stonante. Hetfield torna al suo cantato urlato, chiudendo l'album come si era aperto, nella violenza sonora più estrema (diverrà poi una consuetudine del gruppo). La parte conclusiva è affidata ad un riff che è un climax, il quale apre gli ultimi versi e riff, che vanno a dissolversi sotto una marcia di un esercito del metal, accompagnato da spari e altri suoni militari.
In definitiva Kill'em All è l'album più thrash e ortodosso dei Metallica: ci sono sì le influenze heavy che saranno più marcate negli album successivi, tuttavia in questo album sono velocità e violenza che la fanno da padrone, creando così un LP spontaneo, giovane e volendo un po'(chissimo) inesperto, ma assolutamente sincero ("true" verrebbe da dire).
9/10
Tracklist:
- "Hit The Lights" - 4:17
- "The Four Horsemen" - 7:13
- "Motorbreath" - 3:08
- "Jump In The Fire" - 4:42
- "(Anesthesia) Pulling Teeth" - 4:15
- "Whiplash" - 4:09
- "Phantom Lord" - 5:02
- "No Remorse" - 6:27
- "Seek And Destroy" - 6:56
- "Metal Militia" - 5:11
Formazione:
James Hetfield: voce/chitarra ritmica
Kirk Hammett: chitarra solista
Cliff Burton: basso
Lars Ulrich: batteria